PARTE 1:
http://www.youtube.com/watch?v=jZjrFLkfmZc&feature=channel_video_title
PARTE 2:
http://www.youtube.com/watch?v=kzwkMbbxgxY&feature=channel_video_title
Interventi e Relazioni
I VALORI DEL MOLISE – I BENI CULTURALI
La terra scelta dalle antiche popolazioni preistoriche come ambiente di vita é
anche terra dei Sanniti, dei tratturi, degli antichi castelli, e dei medievali
borghi arroccati sui colli. Ancora oggi teatro di feste e di folclore, di
artigianato di secolari tradizioni, quale il tombolo, la zampogna, le campane
di Agnone, é un oasi di genuinitá. La realtá di una giovane regione si centra
anche sulla sua cultura, sulla sua storia, le sue tradizioni, le sue esigenze di
diventare attore non solo del suo piccolo territorio, ma nel resto d’Italia e del
mondo.
La regione Molise ha sicuramente una ricchezza culturale notevole che
tuttavia non é stata mai sufficientemente pubblicizzata ne all’interno e
tantomeno fuori, sul piano nazionale ed internazionale.
Giuseppe Tabasso nel suo libro: – Il Molise che farne? dice:
Gli italiani conoscono malissimo Il Molise: lo scambiano con la Lucania, lo
fondono o confondono ancora con l’Abruzzo…..
Eppure – non ci avete fatto caso? – questa che é la piú piccola regione
italiana, dopo la Val D’Aosta, ha il nome decisamente piú bello di tutte. E che
non suona nemmeno troppo italiano. Provate ad analizzare i nomi delle altre
regioni. In quello di Piemonte c’é troppo sussiego geografico; la
denominazione Lombardia pare assolvere funzioni puramente segnaletiche;
Val D’Aosta, Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia sono troppo
didascalistiche; Veneto sembra un rebus sillabico; Liguria fa pensare ad un
frutto aspro; Emilia-Romagna ad una indicazione tecnico-gastronomica;
Basilicata rimanda ad un ortaggio (meglio il pur triste Lucania); Toscana quasi
odora di turpiloquio, Marche sa fortemente di burocrazia, il nome Umbria lo
si darebbe ad una ragazza mistica e molto permalosa; Lazio e Puglie
sembrano etichette di insetticidi; Il nome Campania emana odore di
sagrestia; quelli della Sicilia sono decisamente forti ed inquietanti; né appare
piú rassicurante Calabria – mix tra un gioco di carte (la calabresella) ed un
insetto (il calabrone); e non so se va meglio, infine, col faunistico Sardegna,
mezzo pesce e mezzo quadrupede.
Insomma volete mettere Molise? Nome perfetto – tre consonanti e tre vocali
– levigato e fluido come l’armonico olio che produce, binomio di materia e
spirito, dai sottintesi floreali e farinacei……
Ecco, siamo piccoli, siamo perfetti ma siamo rimasti provinciali, non perche
secondo me non esistano nel Molise dei talenti, ma per la carenza di sistemi
in grado di far conoscere in maniera allargata i nostri prodotti culturali.
La regione Molise deve dar sostegno alle iniziative che promuovono la
valorizzazione dei beni culturali presenti nella regione. Bisogna dare spazio e
rendere visibile questa ricchezza umana, quale dovere preciso delle
istituzioni locali, in quanto il patrimonio culturale é il fondamento
dell’estistenza della comunitá di una regione, ma anche perché garantisce la
valorizzazione del territorio a fini turistici con ritorni economici sicuramente
importanti per l’occupazione sopratutto giovanile. Si deve essere capaci di
rendere visibile ogni tipo di prodotto culturale, ed il Molise ne ha molti.
Basta uscire di casa e fare un giro per trovarsi di fronte a tante e bellissime
realtá.
Ecco i Tratturi, testimoni di secolari transumanze, sono chilometri e
chilometri di museo all’aperto. Il territorio cosparso di mille monumenti,
chiese e castelli secolari, dei quali solo potremmo accennare ad una parte di
essi. I principali monumenti del Molise testimoniano una storia millenaria,
che ha origine nel Paleolitico.
Ad Isernia il paleosuolo contenuto nel Museo Paleolitico conserva le tracce
del passaggio dell’Homo Aeserniensis, il più antico abitatore della Regione:
resti di ossa di animali uccisi e il segno di una capanna circolare raccontano
storie di caccia a grandi animali in un ambiente selvaggio molto diverso
dall’attuale.
La Fontana Fraterna ad Isernia. La costruzione della Fontana risale al periodo
tra il Duecento e il Trecento e venne progettata in onore di Papa Celestino V,
e prende il nome dalla Frataria, una società del mutuo soccorso fondata dallo
stesso Papa originario di Isernia. Per la sua realizzazione vennero impiegati,
tra l’altro, frammenti in pietra di recupero, risalenti al periodo romano, alcuni
dei quali probabilmente appartenuti al monumento sepolcrale di Ponzio
Pilato.
Il teatro di Pietrabbondante, posto in un incomparabile scenario naturale,
parla dei Sanniti, popolo forte e bellicoso, capace di contrastare con
determinazione la conquista romana dell’Italia, ma anche di costruire
monumenti rilevanti, le cui tracce sono presenti in varie località della
Regione.
E poi Saepinum con Altilia, la città che i Romani vincitori costruirono sul
tratturo, mostra i suoi resti che si ergono nella piana di Boiano ed offre uno
spettacolo suggestivo di colonne, capitelli e fregi riutilizzati dai pastori in
epoche successive per costruire le loro abitazioni. Altre importanti
testimonianze della presenza romana in Molise si trovano a Venafro, la
Colonia Augusta Julia Venafrum, ad Isernia ed a Larino, dove si può ammirare
in grande anfiteatro.
Nel Medioevo, dopo la fine dell’Impero romano, sui monti molisani, da
Monteroduni a Pescolanciano a Campobasso e Termoli, compaiono numerosi
castelli e borghi cinti di mura e bellissime Chiese in uno stile romanico
semplice ed affascinante, come S. Maria della Strada, San Giorgio a Petrella
Tifernina e la superba S. Maria di Canneto.
La torre Longobarda di Oratino. La torre del paese e’ collocata su una rupe
chiamata “la rocca”, che scende a picco sull’argine destro del fiume Biferno.
Attualmente sono pervenuti solo alcuni ruderi tra cui le rovine della chiesa,
una piccola fontana di acqua benedetta e la torre che conferma la presenza
della fortezza medioevale.
Il Palazzo Ducale ad Acquaviva D’Isernia, collocato all’interno dell’abitato, è di
forma quadrangolare e la facciata principale ha un portale costituito da un
arco a tutto sesto. La struttura è rimasta fedele al progetto originario
nonostante qualche ritocco apportato nel tempo.
Gli antichi mestieri e le attivitá artigianali superstiti quale il rame ed il ferro
battuto ad Agnone. Noi molisani che siamo nati in Molise sappiamo che
generalmente in quasi tutti i paesi gli abitanti sono chiamati,
scherzosamente, con soprannomi che in molte circostanze ricordano le loro
attivitá, come << Carvuniére de Capracotta >> (Carbonari di Capracotta), <<
cipullare de ‘Sérnia >> (cipollaro di Isernia) e cosi via, agli Agnonesi rimane
ancora quello di << callaráre d’Agnone >> (calderaio di Agnone), per via che
per molti secoli passati, la loro principale attivitá nel lavorare il rame. Un
arte.
Le campane dai mille anni, sono si, un simbolo di fede, ma anche di storia,
arte e cultura. La Pontificia Fonderia Marinelli é sopravvissuta alle dinastie di
laboriosi campanari di Agnone, che da oltre mille anni tramandano da padre
a figlio la meravigliosa tradizione dell’arte delle campane.
Nella storia del merletto, un posto di rilievo corrisponde alla cittá di Isernia.
Gia dal lontano 1300 risalgono alla mente antichi bauli ripieni di preziosi
corredi per le giovani da marito. Questo tessuto di leggerissima e
trasparente trama, per la sua preziositá, questa antica arte, diventa
patrimonio culturale di tutti.
L’acciaio traforato di Campobasso, é l’espressione tipica dell’artigianato
artistico molisano. E’molto difficile trovare un turista che non abbia
acquistato un oggetto di acciaio traforato o cesellato a mano. Si tratta di
oggetti comuni, coltelli, spilloni, forbici, pugnali, lame per bastoni,
sfogliacarte, che con la genialitá e l’abilitá dell’artista diventano vere e
proprie opere d’arte.
Ai piedi delle Mainarde molisane, in un area di grande valore ambientale e
naturalistico si trova Scapoli ed il suo vicino: Castelnuovo al Volturno. Proprio
questi due paesini hanno uno stretto rapporto con la zampogna e la
ciaramella, che il folclore musicale vuole suonate in coppia e nei momenti
festivi e cerimoniali. Questi strumenti concretizzano sopratutto la memoria
storica delle genti, ma testimoniano anche come si possano interpretare in
senso << contemporaneo >>. É difficile trovare un oggetto che susciti tanti
interessi e che racchiuda in se tanti valori come la zampogna.
I costumi molisani o il colore del tempo. Le fogge di abbigliamento contadino
di ieri s’inseriscono nel cammino evolutivo dei popoli. Per individuare il
correre del tempo, i costumi intervengono con gli usi e gli eventi in parallelo
alle mutazioni storiche. Anche se é vero che nel mondo contadino non si
registrano le variazioni dell’alta moda, e anche se si rispetta un modello
sempre identico, emergono particolari che rivelano lo scorrere del tempo, e
piú di tutto, l’essenza del mondo contadino capace di accettare la propria
realtá dando cosi un contributo che identifica un’intera regione.
Il Folclore molisano é nato in piazza come movimento popolare in forma
rappresentativa, ma sotto la spinta di uomini di cultura. Le cerimonie, i riti, le
costumanze, le superstizioni, i racconti, i proverbi, i detti, i canti, le danze
sono manifestazioni di gruppi folcloristici, quale volontá di inetrpretare quel
mondo fantastico di costumi e delle leggende tramandate da generazione in
generazione come racconto di vita vissuta.
Per parlare del folclore molisano occorrerebbero moltissime ore, che non
abbiamo a disposizione. Non vi é paese del molise che non abbia il suo
gruppo folcloristico o una tradizione folcloristica da ripetere nel tempo in
determinate feste. Nella festa del Corpus Domini a Campobasso, nel
carnevale di Tufara, nelle corse di carri di San Martino in Pensilis, Ururi e
Portocannone, la Pagliara di Fossalto, nella sagra del grano e la sfilata delle
<< traglie>> in occasione di Santa Anna in Ielsi, nella processione dei misteri a
Campobasso, il Molise come un germoglio si ravviva e rinverdisce ogni anno
per riprendere il ciclo della vita.
Queste rappresentazioni dell’identitá popolare, come la sfilata de: I Misteri a
Campobasso, opera del Leonardo Da Vinci molisano: Paolo Saverio Di Zinno,
non solo sono il recupero di antiche tradizioni, ma é una rappresentazione
che é diventata di livello nazionale e comincia a traspassare le frontiere per
approdare gia a Mar del Plata, in Argentina, per la ferrea volontá dei molisani
che ivi risiedono ed intendono mantenere e far conoscere questo che molti
hanno definito: Il Mistero dei Misteri.
Non meno ricco é il patrimonio letterario del Molise, con nomi e personalitá
affermate da tempo nel mondo culturale. Ma il Molise sta scoprendo nuovi
valori che si sono affermati altrove, ed io non posso fare a meno di citarne
uno che a noi del Venezuela sta molto a cuore: il professore Miche Castelli;
uno dei piú rinomati studiosi del dialetto come lingua. Originario di Santa
Croce di Magliano, a cui ha dedicato il suo “Lessico Santacrocese” e piú di un
volume al medico e poeta popolare Raffaele Capriglione. Le sue “Storie di
Emigranti” sono un vivo ricordo di quelle vicissitudini che dovettero
affrontare i primi emigrati che seminarono radici nel Venezuela.
Per concludere coglio riferirmi a quanto diceva Nicolino Di Donato; Si spegne
lentamente la luce del giorno sulla piazza. Si perde in lontananza l’eco del
canto dei mietitori. Il nostro pensiero vola in ritroso; solo se saremo capaci di
riandare al passato senza chiudere gli occhi per indifferenza, potremo
guardare al futuro senza chiudere gli occhi per paura.
NICOLA FRANCISCHIELLO
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