SYDNEY – Chi di voi non si ricorda il mitico Alberto Sordi che nella sua vasta filmografia è riuscito a girare un film anche in Australia? Era il 1971 quando si decise di venire a Sydney per girare il film di: “Bello, Onesto, Emigrato in Australia Sposerebbe Compaesana Illibata”.
Quel film fù l’esatta testimonianza di come gli emigrati vivevano e si davano da fare per migliorare il loro tenore di vita. Però in quegli anni il fenomeno dell’emigrazione stava ormai perdendo di forza e di intensità e non era paragonabile ai milioni di nostri connazionali che decisero di cercare fortuna nelle Americhe o alla volta dell’Australia. Tra il secondo dopoguerra e la prima metà degli anni settanta furono circa 360mila gli italiani che arrivarono in questo continente, tra cui anche i molisani.
Oggi per fortuna l’Australia non è più così. Anche se è così lontana, con i suoi 19.000.000 di abitanti, è considerata una delle nazioni più belle al mondo. Basta farsi un giro per le città per scorgere i grattacieli, il progresso, ampi spazi, tanto verde, e per di più multiculturale e con un tasso di disoccupazione che varia dal 5 al 6%. Per chi ha avuto modo di conoscerla sa come si vive e quanto ancora può offrire, soprattutto alle nuove generazioni.
La comunità italo-australiana conta circa 800.000 persone, di cui 230.000 nate nel nostro Paese e il resto di seconda e terza generazione.
Oggi la maggior parte di loro hanno passato i 60 anni, hanno messo su famiglia, hanno lavorato duramente per costruirsi una bella casa con grandi giardini, e tutto questo per dare un futuro più dignitoso ai loro figli, dimenticandosi di imparare un corretto inglese. Ancora oggi cercano di mantenere l’identità italiana in particolar modo quella molisana, cercando di trasmetterla seppur con fatica, ai loro figli, ai nipoti, magari quando si riuniscono per il pranzo della domenica.
Se poi capita di partecipare a qualche festa molisana ci si accorge di quanta nostalgia c’è in loro. Quelli della prima e seconda generazione sono rimasti con la memoria ferma a mezzo secolo fa, alle canzoni di allora, al santo e alle processioni ma che quando ascoltano l’inno di Mameli sono pronti a cantarlo pensando chissà che cosa. Alcuni sfoggiano dei costumi tradizionali che custodiscono gelosamente nei loro armadi ed altri cantano i canti tradizionali accompagnati dalla classica zampogna o la ciaramella.
Difficilmente ritorneranno nella madre patria. Probabilmente saranno i loro figli, i nipoti che parlano più il dialetto che l’italiano a farvi ritorno, magari per scoprire i paesi d’origine dei loro genitori, dei loro nonni.
Di molisani possiamo dire che in Australia ce ne sono circa 15.000. La comunità più vasta sembra che si trovi a Perth, seguita da Melbourne, Sydney, Brisbane, Adelaide e Tasmania.
Un grande merito va dato anche ai nostri corregionali, hanno contribuito in modo tangibile allo sviluppo di questa splendida nazione.
Per scelta anch’io sono diventato uno di loro e che di mestiere fa il giornalista, uno che si è adattato al nuovo stile di vita, alla nuova lingua, ma che mantiene ancora vive le proprie radici con l’amata patria, soprattutto il sud italiano, in particolar modo il Molise e San Martino in Pensilis, il paese da cui provengo.
Oggi l’emigrazione verso l’Australia è fatta di professionisti che lasciano l’Italia per affermare le proprie competenze, e anche le associazioni hanno un ruolo diverso rispetto al passato, giusto?
In una recente vista in Molise, durante la Terza Conferenza dei molisani nel mondo, lo stesso presidente della regione Michele Iorio aveva sottolineato che ci sono circa 850.000 molisani sparsi in tutto il mondo, il doppio di quelli che risiedono nella stessa regione, 350.000. Questo mi lascia pensare, e non me ne vogliate, che la vera molisanità si trovi all’estero.
Può succedere di dover constatare (e a me succede spesso) che quando ti trovi con i corregionali, questi ti raccontano il motivo della loro venuta, magari era solo per qualche anno, guadagnare qualcosa per poi tornare in patria e vivere dignitosamente, invece la maggior parte di loro alla fine ha deciso di rimanervi.
Nonostante la lontananza e i tanti sacrifici fatti in passato ancora oggi sono orgogliosi di provenire da questa piccola regione che spesso e volentieri si dimentica di loro, andrebbero presi più in considerazione!
Una vera svolta per i molisani se così possiamo definirla è inziata nel 2002. A Sydney mai prima una delegazione regionale vi aveva fatto visita, forse anche per la lontananza o perché non vi era un’associazione, ma è pur vero che i molisani essendo in minoranza rispetto alle altre regioni si erano talmente inseriti nella società australiana che non hanno mai prese serie iniziative.
Tutto iniziò con il tragico evento del 21 ottobre 2002 quando una scossa di terremoto colpì il Molise facendo numerose vittime soprattutto bambini col crollo della scuola elementare di San Giuliano di Puglia.
Grazie all’interesse di Rita Zammit, originaria di Roccamandolfi insegnate di italiano e ben stimata dalla comunità italo-australiana, anche per i suoi precedenti politici legati al marito Paul Zammit, si decise di formare un comitato denominato “Molise Earthquake Appeal” per la raccolta fondi a favore dei nostri corregionali.
La solidarietà mostrata dagli italiani e non, è stata davvero inaspettata, alla fine permise al comitato di raggiungere la somma di 101.000.00 dollari, dei quali 80.000.00 devoluti a Santa Croce di Magliano e collaborando con la “Fondazione Agnelli” per la ricostruzione del plesso scolastico, mentre la rimanente somma fù devoluta a Montelongo per la costruzione di un parco giochi.
All’atto dell’accordo con i due paesini molisani, arrivarono in Australia l’ex assessore dei molisani nel mondo, Antonio Chieffo e l’ex sindaco di Santa Croce, Giovanni Gianfelice. Alla presenza delle massime autorità consolari, il dott. Antonio Verde e numerosi esponenti politici italoaustraliani è stata firmata una dichiarazione di intenti.
La comunità molisana e gli italoaustraliani furono davvero solidali, il riconoscimento è arrivato anche dal primo ministro australiano, John Haward. Il ministro inviò una lettera per complimentarsi con il comitato e l’intera comunità per il grande gesto di solidarietà.
Con il suggerimento dell’ex assessore dei molisani nel mondo, Antonio Chieffo, è stato chiesto di formare un’associazione molisana, così il sottoscritto e la signora Zammit fondarono la prima associazione nel NSW, la “SAM” Sydney associazione molisana.
Grazie all’interesse della neopresidente Michele, Santillo-Greig (originaria di San Polo Matese) si è potuto riallacciare così i rapporti con la stessa regione. Nel 2004 per la seconda volta la comunità ha ricevuto la vista dell’assessore dei molisani nel mondo, Michele Picciano. La delegazione ha avuto modo di incontrare la comunità molisana sparsa nei vari stati australiani.
Molte sono state le iniziative. Incontri con i massimi esponenti politici australiani, consolati italiani, camere di commercio, istituti di cultura, interviste radiofoniche, visite al giornale “LA Fiamma” e “Il Globo”. L’affetto dimostrato nei confronti della delegazione ha superato qualsiasi aspettativa. Le varie associazioni hanno davvero organizzato in loro onore delle serate in grande stile (oltre 300 invitati). Per tutti i molisani si è trattato di un evento storico.
Anche il presidente Picciano ha avuto parole d’elogio nei loro confronti.
Lo scorso dicembre l’associazione molisana di Sydney, la “SAM”, ha avuto l’onore di ricevere la delegazione pompeiana in missione mariana per la prima volta in Australia. La missione mariana era capitanata da Sua Eccellenza Mons. Carlo Liberati vescovo di Pompei e prelato dello stato pontificio. Una visita storica che ha reso onore all’intera comunità molisana e non solo. All’evento era presente anche l’ass. Michele Picciano tornato per una breve visita. Picciano ha riconosciuto che i molisani spesso e volentieri sono stati poco presi in considerazione dalla regione, e nonostante ciò si sono ben amalgamati in questa società con grande stile mantendo sempre vive le proprie radici.
Lo scorso 2 settembre la SAM ha ricevuto una delegazione del Molise composta da: Luigi Brasiello (presidente Centro Estero Molise), Giovanni Ciao (funzionario Centro Estero Molise), dott.Teresio Onorato (referente regionale PPTIE), Costanza Travaglini e Alessandro Patrone (esperti regionali PPTIE).
Lo scopo della visita costitiuva il primo vero progetto mai realizzato prima da un associazione a Sydney. Si è trattato del “progetto pilota Molise PPTIE” (programma si partenariato con gli italiani residenti all’estero) e del portale VIBUS, un web che offre alle imprese la possibilità di dialogare e concludere affari con operatori di tutto il mondo e, nel contempo, di usufruire di qualificati servizi reali per l’internazionalizzazione.
Ultimamente la “SAM” ha istaurato una serie di contatti anche con l’associazione “Forche Caudine” di Roma. Storica associazione dei Romani d’origine molisana (comunità di circa 44mila persone), con sede nella Capitale nel quartiere di San Giovanni in Laterano.
Tutto questo per farvi capire che anche vivendo così lontano i molisani, a differenza dei nostri politici, non si sono mai dimenticati delle loro radici. Nonostante la lontananza vivono sempre col rammarico di aver abbandonato la loro amata patria, ma soprattutto la loro regione, il MOLISE! Questo lembo di terra che ha tante cose da raccontare ma che il più delle volte si dimentica di loro!
LEO DI BERNARDO
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