Foto:Direttivo FEAM
di ALDO CIARAMELLA BRUXELLES
A conclusione delle manifestazioni del trentennale, il 31 dicembre a Basilea, la Feam (Federazione europea associaziani molisane) gira pagina e pone le sue vere questioni alla politica locale. A casa Molise di rue de Touluose, della Capitale belga, i numerosi rappresentanti delle comunità dei molisani in Europa hanno colto l’occasione per ritrovarsi e proporre alcune istanze importanti necessarie per riposizionarle meglio in un processo d’integrazione con la Regione d’origine. Le dieci Associazioni sparse dalla Svizzera alla Germania dal Belgio alla Francia con oltre 1500 associati, ma soprattutto gli ottantamila con cittadinanza molisana ed i 150 mila nel mondo, con passaporto ovviamente italiano, aventi diritto al voto, chiedono spazio nelle istituzioni locali sin dalle prossime Regionali del 2006. Angelo Berardini, coordinatore dei Molisani nel mondo, ha lanciato proprio da Bruxelles nei giorni scorsi un appello al Governo ed al Consiglio regionali affinchè facciano presto ad inserire nello Statuto quelle dovute garanzie che consentano la partecipazione degli emigrati alle candidature regionali. Una richiesta che non è di oggi ma a cui evidentemente non si vuole dare quella giusta esecutività che merita e che ancora non viene verificata a fondo dalle forze politiche presenti a palazzo Moffa. Un ritardo, insieme a quello che tiene ferma la legge dei molisani nel mondo, che non va giù alla Feam e che nel frattempo preme perchè il provvedimento passi se non nella Commissione almeno con emendamenti in Consiglio regionale al momento dell’approvazione dello Statuto: «Chiediamo che l’approvazione della legge dei molisani nel mondo, ferma in Commissione, – ha spiegato Berardini – avvenga al più presto affinchè anche noi molisani avessimo la giusta visibilità. Sollecitiamo tra l’altro che nello Statuto venga inserito il riconoscimento politico sia attivo che passivo dei molisani nel mondo alla stessa stregua di quella nazionale. Vogliamo essere rappresentati nelle istituzioni regionali, basta con le promesse e con altre cose, se siamo integrati nel Consiglio regionale possiamo veramente unire i due mondi. Così mi pare un’oasi la nostra dove alcuni eventi hanno fini a sè stessi senza alcuna ripercussione e seguito positivi».
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